Disfunzioni cognitive nell’ animale anziano – un’ altra prospettiva

Articolo di Elena Grassi tratto dal sito https://www.improntediluce.it/#

Di Sharon Callahan tratto dal sito Anaflora.com – originariamente pubblicato sul numero di luglio 1999 della Newsletter di Bob e Susan Goldstein, veterinari olistici

La Disfunzione Cognitiva, così come definita in termini medici, si riferisce a una riduzione delle capacità mentali. Può avere molte cause, che vanno dal trauma alla malattia, ma spesso è associata semplicemente alla vecchiaia. Una delle prime cose da considerare in un animale anziano che soffre di DC è la sordità, poiché solitamente l’udito cala prima delle facoltà mentali e le conseguenze della sordità possono assumere l’aspetto di una demenza.

Dopo aver consultato il vostro veterianrio ed avere escluso la sordità, la malttia e il trauma fisico come possibili cause della DC e aver preso gli opportuni provvedimenti per rimediare a tali problemi, se questi esistono, vediamo un po’ più approfonditamente in quali modi possiamo affrontare la DC negli animali. Se l’animale non ha un’età tale da giustificare una diminuzione della capacità mentale, si potrebbe valutare l’idea di consultare un comunicatore telepatico per capire se vi possano essere un trauma emozionale o una depressione non immediatamente evidenti. Per i nostri scopi, ci occuperemo qui della DC dovuta ad anzianità.

Nel mio lavoro come comunicatrice, ho molti clienti con animali anziani che mostrano un’ampia gamma di infermità legate all’età, non ultima la disfunzione cognitiva.

Di tutte le situazioni che osservo tra gli animali e i loro custodi, il processo di invecchiamento e le infermità ad esso associate sono una delle più complicate da risolvere. Per essere efficacemente affrontate, devono essere viste sia dalla prospettiva dell’animale sia da quelle della persona coinvolta. La ragione di questo la si può vedere esaminando quanto la nostra cultura sia ossessionata dalla giovinezza e cerchi di evitare di confrontarsi col processo di invecchiamento, l’infermità e la morte, verso le quali nutre una profonda paura. Nelle culture antiche il processo di invecchiamento e le qualità che ne derivano, venivano onorati, così come il processo di morte stesso. Esso non era visto come un processo da evitare, ma piuttosto da affrontare con dignità e forza interiore.

Gli animali selvatici normalmente affrontano la vecchiaia e la morte in maniera naturale, non complicata e diretta. Quanto più gli animali diventano domestici, tanto più le loro vite si interconnettono con le nostre, e tanto più essi diventano simili a noi. Questa trasformazione comprende sia qualità positive che negative e, a differenza dei loro fratelli e sorelle selvatici, i nostri compagni animali cominciano a preoccuparsi e rimuginare sul proprio processo di declino fisico e sul calo delle proprie capacità mentali… e tutto questo intensifica la loro sofferenza. La loro maggiore consapevolezza diventa una spada a doppio taglio. Quando comunico con animali anziani che sono confusi o disorientati, trovo che essi sono spesso acutamente consapevoli della riduzione della proprie capacità. Molti di loro esprimono la paura di diventare un problema, di sporcare, di non essere in grado di alzarsi, di trovare la porta o di trovare la ciotola, oppure di venire dimenticati o abbandonati.

A complicare questo scenario, noi umani generalmente abbiamo paura ed evitiamo pensieri di infermità e morte fino a quando queste ci toccano in maniera personale. Dato che la vita degli animali è ben più breve della nostra, quando li amiamo e loro iniziano a invecchiare, diventando più deboli e sbadati, ci troviamo a confrontarci con la realtà dell’impermanenza, tanto nostra che loro. Se esaminiamo tutto questo con attenzione e se comprendiamo che i nostri animali spesso rispecchiano le nostre paure e nevrosi, possiamo cominciare a veder prendere corpo un’immagine piuttosto complicata ma molto bella.

Per molte persone, l’aspetto dell’invecchiamento che è quasi più spaventoso della prospettiva della morte stessa, è quello di perdere il controllo della propria mente e di non essere in grado di pensare autonomamente o di prendersi cura di sé. Anche se il nostro corpo inizia a decadere, possiamo ancora goderci la vita e mantenere un certo controllo su di essa se le nostre funzioni cognitive sono intatte. Ma cosa succede se cominciamo a dimenticare le cose? Cosa succede se iniziamo a esere confusi, disorientati, sperduti? Cosa succede se viene un giorno in cui non riusciamo più a pensare?

I progressi della medicina veterinaria, una maggiore consapevolezza, una nutrizione corretta, degli integratori alimentari e una famiglia amorevole sono tutti fattori che contribuiscono a una vita più lunga e felice per i nostri compagni animali. Anche se tutti questi meravigliosi progressi hanno la capacità di prevenire le fragiiltà di corpo e mente, preso o tardi dovremo affrontare il fatto che nessuno di noi rimarrà per sempre su questo piano dell’esistenza e che le nostre menti, come i nostri corpi, potrebbero venirci meno negli ultimi anni di vita.

Per riuscire ad affrontare le infermità correlate con l’anzianità nei nostri amici animali, come la disfunzione cognitiva, dobbiamo guardare sotto la superficie delle cose, per vedere la lezione più grande che si sta preparando per noi. Siamo venuti sulla terra per imparare e crescere. Ogni situazione che si presenta nella nostra vita è in verità solo un amico travestito. Ogni situazione che incontriamo è in realtà un dono che cerca di portarci a comprendere un qualcosa che abbiamo bisogno di imparare.

Nella mia esperienza, uno dei doni maggiori che i nostri animali ci fanno è quello di portarci ad affrontare le nostre paure della vecchiaia e della morte stessa. Quando affrontiamo queste pauare attraverso il nostro amore e il nostro desiderio di aiutare i nostri amici animail, spesso veniamo investiti da una pioggia di grazia, amore e comprensione del miracolo dell’esistenza, sia la nostra che quella del nostro amico animale.

Se riusciamo a imparare a guardare sotto la superficie, affrontando le nostre paure meglio che possiamo ed esplorando i nostri sentimenti in maniera aperta e onesta, possiamo raggiungere maggiore pace interiore e centratura. Quando siamo calmi, in quasi ogni caso il nostro amico animale si fa a sua volta più calmo e capace di affrontare la situazione, e noi inizieremo a ricevere il suo inestimabile dono di amore, tranquillità e intuitività. Affrontando e gestendo le nostre paure, riceviamo uno dei maggiori regali che il nostro amico animale possa farci. A mano a mano che diventiamo più calmi e che accettiamo il grande mistero della vita e della morte che si svolge davanti a noi, il nostro amico animale potrà rilassarsi, lasciarsi andare ed esprimersi al meglio durante il tempo che gli rimane da condividere con noi.

Osservando il processo di invecchiamento e di morte da questa prospettiva più profonda, tutti gli altri trattamenti e modalità curative che vengono messi in atto avranno maggiore efficacia di quanta non ne avrebbero se attuati da una posizione di paura. La resistenza e la lotta contro l’inevitabile vengono sostituite da una calma accettazione che aiuta altre forme di trattamento a essere più efficaci. I rimedi floreali, tecniche di massaggio leggero, musiche che sollevano lo spirito, possono essere di grande aiuto sia per voi che per il vostro animale, per affrontare le sfide di un corpo e una mente che invecchiano e per gestire l’interscambio emozionale che avviene tra amici affiatati di due specie diverse.