Nascere galgo in Spagna è una disgrazia sempre.
Ma se vieni al mondo nelle province più arretrate:
Estremadura
Andalusia
Castilla-La Mancha
Castilla-Leon
Madrid
sei condannato a una breve vita di stenti e a una morte spesso atroce.
In Spagna tutti possono allevare galgo, basta possedere un maschio e una femmina e la riproduzione avviene senza limiti o controlli.
Le femmine sono destinate alla riproduzione, dopo aver cacciato per qualche anno, sono costrette a sfornare una cucciolata dopo l’altra, come macchine. Quando si ammalano o sono sfinite dai
continui parti, vengono eliminate.
Alcuni galgueros tengono i loro cani come richiesto dalla legge, ma la maggior parte di loro non li considera come esseri viventi, solo come oggetti utili solo al fine della caccia.
Di conseguenza, i cani sono tenuti in condizioni misere, stipati in baracche, chiusi in recinti polverosi o fangosi all’addiaccio o in buche scavate sotto terra, al buio.
Sono deprivati di qualsiasi contatto umano e brutalmente picchiati e maltrattati.
I galgos sono nutriti e abbeverati solo lo stretto indispensabile per sopravvivere.
Ogni tanto viene loro gettato del pane secco e possono bere acqua stagnante da contenitori sporchi.
E’ facile immaginare che non siano fatte terapie per i parassiti o vaccini. Anzi, i cani vivono spesso in condizioni igieniche precarie in mezzo ai loro escrementi.
Sono scheletrici e solcati da piaghe, perché costretti a sdraiarsi direttamente sul terreno duro e le ossa sporgenti bucano la loro pelle sottile.
Un unico galguero può possedere anche dozzine di cani.
La maggior parte, senza tatuaggio o microchip. Unici segni d’identificazione sono tagli praticati nelle orecchie,
mediante forbici e senza anestesia.
Alla maggior parte dei galgos viene anche amputato il quinto dito,
per evitare che si feriscano correndo.
Il dito è spesso mozzato brutalmente per mano dello stesso galguero.
A parte la caccia, la loro vita scorre senza stimoli.
In sostanza, vivono privi di ogni contatto umano, non ricevono nessuna manifestazione di affetto.
Nella maggior parte dei casi vivono fino a due o tre anni, poi sono rimpiazzati.
Solo le fattrici sono tenute in vita più a lungo.
I governi di queste autonomie fanno pochissimo per cambiare la situazione dei galgos.
Questo perché molti dei loro membri, sono essi stessi cacciatori.
S’ipotizza che siano 50/60.000 i galgos scartati ogni anno.
Sono cifre stimate per difetto, il numero esatto dei galgos eliminati alla fine di gennaio,
quando la stagione della caccia termina, non può essere conosciuto.